ExergyFlow

Qualcuno dice che bisognerebbe microfondarli. Qualcuno obietta che non sono realmente nuovi. Qualcun altro non li ha mai amati o ne ha abbandonato il “marchio” perché tali modelli non rappresenterebbero più la frontiera del pensiero economico eterodosso. Forse hanno ragione loro. Forse sono io che sono sempre in ritardo. Eppure continuo a pensare che i modelli “stock-flow consistent” (SFC) siano uno degli strumenti teorici più versatili di cui noi macroeconomisti “dissenzienti” disponiamo. Naturalmente, l’approccio SFC non fornisce, di per sè, una nuova teoria macroeconomica. Piuttosto, è un metodo di modellizzazione macroeconomica le cui radici affondano nel paradigma economico post-keynesiano. Si tratta di un approccio già tratteggiato nei lavori di James Tobin (1982) e poi sviluppato compiutamente da Wynne Godley, Marc Lavoie, Gennaro Zezza ed altri macroeconomisti ed economisti monetari eterodossi nel corso degli anni novanta e duemila. In breve, i teorici SFC fondano i propri modelli su una solida contabilità macro-sociale, in cui i nessi fondi-flussi vengono integrati con matrici intersettoriali. Tale struttura teorica garantisce la coerenza logica del modello e al contempo ne riduce i “gradi di libertà”. Essa consente, inoltre, di far luce sulle relazioni tra settori economici e tra classi sociali (Dos Santos 2006). Infine, i modelli SFC consentono di dar conto dei processi dinamici che caratterizzano il “mondo reale”, dato che le variabili si muovono in modo non-ergodico nel tempo storico (Godley e Lavoie 2007). Come sottolineato da Dos Santos (2005), il metodo SFC può essere scomposto in tre passaggi:
1. Predisporre la contabilità SFC, ossia costruire i bilanci nominali e la matrice delle transazioni economiche dell’economia.
2. Derivare le identità macroeconomiche, esplicitare le condizioni di equilibrio, e definire le funzioni comportamentali chiave tra variabili macroeconomiche (attraverso un sistema di equazioni differenziali o alle differenze finite).
3. Utilizzare programmi di simulazione per verificare la reazione delle variabili endogene a “shock” sulle variabili esogene o sui parametri del modello.
Due punti, in particolare, meritano di essere sottolineati. Il primo è che la metodologia SFC porta “logicamente” a mettere in discussione il concetto di “equilibrio naturale” che sottende la modellistica macroeconomica dominante. Ciò perché viene esplicitamente riconosciuto che le modalità di transizione da una posizione di equilibrio all’altra possono influire sulla posizione di equilibrio finale (Lavoie 2006). Il secondo è che l’approccio SFC si presta ad essere applicato a posizioni teoriche differenti. In linea di principio, è dunque possibile discostarsi significativamente dalle ipotesi (e dunque dai risultati) su cui sono solitamente costruiti i modelli post-keynesiani. In un certo senso, è questo il tema di cui discuteremo qui a Leeds mercoledì prossimo (vedi locandina più sotto).
L’invito è aperto a tutti gli interessati!

Riferimenti bibliografici & letture consigliate

  • Caverzasi, E. & Godin, A. 2015. ‘Post-Keynesian stock-flow-consistent modelling: a survey.’ Cambridge Journal of Economics, 39 (1): 157-187.
  • Dos Santos, C. H. 2005. ‘A stock-flow consistent general framework for formal Minskyan analyses of closed economies.’ Journal of Post Keynesian Economics, 27 (4): 711-735.
  • Dos Santos, C. H. 2006. ‘Keynesian theorising during hard times: stock-flow consistent models as an unexplored ‘frontier’ of Keynesian macroeconomics.’ Cambridge Journal of Economics, 30 (4): 541-565.
  • Dos Santos, C. H. & Zezza, G. 2008. ‘A Simplified,‘Benchmark’, Stock‐Flow Consistent Post‐Keynesian Growth Model.’ Metroeconomica, 59 (3): 441-478.
  • Godley, W. & Cripps, F. 1981. Macroeconomics. London: Fontana.
  • Godley, W. & Lavoie, M. 2007. Monetary economics: an integrated approach to credit, money, income, production and wealth. Basingstoke: Palgrave Macmillan.
  • Lavoie, M. 2006. Introduction to Post-Keynesian Economics. Basingstoke: Palgrave Macmillan.
  • Lavoie, M. 2008. ‘Financialisation issues in a Post-Keynesian stock-flow consistent model.’ Intervention: European Journal of Economics and Economic Policies, 5 (2): 331-356.
  • Sawyer, M. & Veronese Passarella, M. 2015. ‘The Monetary Circuit in the age of financialisation.’ Metroeconomica, doi: 10.1111/meca.12103.
  • Taylor, L. 2004. ‘Exchange rate indeterminacy in portfolio balance, Mundell–Fleming and uncovered interest rate parity models.’ Cambridge Journal of Economics, 28 (2): 205-227.
  • Tobin, J. 1982. ‘Money and finance in the macroeconomic process.’ Journal of money, credit and banking, 14 (2): 171-204.
  • Veronese Passarella, M. 2015. ‘Monetary Theories of Production’, in: T. Jo, L. Chester and C. D’Ippoliti (eds.), Handbook of Heterodox Economics, London: Routledge, forthcoming.
  • Zezza, G. 2012. ‘Godley and Graziani: Stock-Flow-Consistent Monetary Circuits,’ in: D. B. Papadimitriou and G. Zezza (eds.), Contributions in Stock-Flow Modeling: Essays in Honor of Wynne Godley. Basingstoke: Palgrave MacMillan, 154-172.

Flyer Aut 2015 (6)

 

Share on Socials:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *